Perché Ricaux a Roma?
di Francesca Falcone
14 novembre 2010
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Quando con gli altri responsabili della Société Auguste Vestris abbiamo immaginato una scuola privata a Roma che potesse ospitare la Master Class di Marie-Josée Redont, la cui presenza oggi ci onora, abbiamo pensato al Centro di Danza Mimma Testa, diretto da Stefanella Testa e da Gabriella Gelpi.
La Société Auguste Vestris ha organizzato a Parigi tra il 2009 e il 2011 le manifestazioni Nuits Blanches au Centre de Danse du Marais: 11 Grandes Leçons, in onore dei maestri di Nina Vyroubova, Enrico Cecchetti, Olga Preobrajenskaja, Nora Kiss, Matilde Kschessinskaya, Liubov Egorova, Vera Volkova, Gustave Ricaux, Carlotta Zambelli, Auguste Vestris, tenute da eredi di questi insegnanti.
Appuntamento che ha riunito docenti e studenti provenienti da diverse scuole private e pubbliche francesi ed estere, oltre che giornalisti e appassionati del settore.
Anche Roma vuole raccogliere i frutti di quel seme germogliato in seno alle Nuits Blanches di Parigi.
La lezione di oggi vuole ricordare l’’insegnamento di Gustave Ricaux, grazie alla passione e all’entusiasmo di Marie-Josée Redont che, attraverso l’insegnamento di allievi di Ricaux, si è accostata più da vicino ai segreti della tecnica maschile.
Perche allora dedicare attenzione a Nicola Guerra in questo opuscolo? Erede della tradizione di Carlo Blasis, fu chiamato da Jacques Rouché, il Direttore artistico dell’Opéra, a dirigervi il Corpo di Ballo e la Scuola, inizialmente nel 1918 e poi nel 1927. Grazie alla direzione di Guerra la Scuola dell’Opéra cominciò a vivere una nuova stagione, segnata da una maggiore consapevolezza delle proprie tradizioni e da un rigore organizzativo. Guerra e Ricaux hanno lavorato insieme, condividendo molta parte della loro vita artistica all’Opéra.
Ma Guerra è stato anche il Maestro che, sia pure nella sola stagione del 1931-1932, ha ridato slancio all’ insegnamento della danza al Teatro dell’Opera di Roma, dopo l’’esordio burrascoso sotto la direzione Leonidoff- Rostoff.
Ecco allora chiudersi il cerchio tra Parigi e Roma, nel segno dell’’incontro tra Scuola francese e la Scuola italiana. Due scuole che, come scrisse Nicola Guerra, sono entrambe accomunate dai "principi immutabili della grazia, dell’’eleganza e della plasticità”, e che quindi non conoscono steccati e confini.
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